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il libro / narrativa |
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Giacomo Leopardi
STORIA DEL GENERE UMANO
Con un saggio introduttivo
di Alessandra Aloisi
ZONA 2015 - pp. 60 - euro 10
ISBN 978 88 6438 349 1
LA PRIMA DELLE OPERETTE MORALI, UN COMPENDIO IN FORMA MITOLOGICA DELL'INTERA FILOSOFIA LEOPARDIANA
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Composta nei primi mesi del 1824, la Storia del genere umano è la prima delle Operette morali e rappresenta, nelle intenzioni dell’autore, un vero e proprio proemio a tutta la raccolta. Sorta di «riscrittura profana» del libro della Genesi, questa operetta è altresì un compendio in forma mitologica della filosofia leopardiana, in cui si raccolgono e da cui si irradiano molti dei temi trattati nello Zibaldone. Vi si assiste alla completa cancellazione, se non addirittura al palese ribaltamento, dell’ottica cristiana: scompare ogni idea di colpa o di peccato e il leitmotiv che tiene insieme la storia dell’umanità non è più la cattiveria, ma l’infelicità, pensata come condizione universale e necessaria.
La Storia del genere umano prende avvio con una sovrapposizione, di sapore quasi vichiano, tra storia dell’uomo e storia dell’umanità, secondo uno svolgimento che va dalla fanciullezza alla maturità.
I primordi del genere umano vengono immaginati come uno stato di vera e propria infanzia, in cui tutti gli uomini nascono allo stesso tempo e sono tutti bambini.
Il cielo e la terra avevano al tempo un aspetto molto diverso rispetto a oggi: il paesaggio era meno bello e variegato, e ciononostante gli uomini-
bambini che si aprivano alla sua contemplazione erano più felici di noi perché, pieni di meraviglia e ignari dei confini reali delle cose, potevano lasciare campo libero all’immaginazione e figurarsi che la terra e il cielo fossero infiniti, capaci di ospitare ogni desiderio, ogni speranza di felicità.
Nell’adolescenza, visto che nessuna delle aspettative si realizzava, gli uomini, presi da inquietudine, si mettevano a viaggiare, nella speranza di trovare altrove soddisfazione ai propri desideri. Ma non tardavano a rendersi conto che la terra era molto meno estesa di come avevano creduto e che tutti i luoghi si assomigliavano tra loro...
Le Operette morali sono ventiquattro componimenti scritti tra il 1824 e il 1832 in cui Leopardi mette in scena – sotto forma di prose e dialoghi che hanno per protagonisti personaggi storici o di fantasia, figure allegoriche o di derivazione mitologica – i temi più importanti della sua filosofia: il rapporto dell'uomo con la storia e con la società, il confronto tra i grandi valori del passato e l'inaridimento del presente, il contrasto tra la forza delle illusioni e la potenza onnipervasiva della noia, l'infelicità di tutti i viventi di fronte all'indifferenza della Natura. Benché scritte con divertita ironia e «leggerezza apparente», le Operette morali si rivelano, nelle parole dello stesso autore, «un libro di argomento profondo e tutto filosofico e metafisico» in cui non mancano impennate liriche e momenti di sublime poesia. |
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l'autore |
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Giacomo Leopardi
(1798 - 1837) |
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Poeta, filosofo, scrittore e filologo, nato a Recanati nel 1798, è ritenuto il maggiore poeta italiano del XIX secolo ed è tra le voci più significative del Romanticismo europeo. Morì a Napoli nel 1837. |
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Classici >>>
Collana diretta da Massimo Cappitti
Una collana concepita per "rileggere" quei capisaldi della letteratura di tutti i tempi che hanno molto da dire al nostro presente: i testi sono corredati ciascuno da un saggio o intervento di uno studioso particolarmente ferrato nell'autore o nell'opera proposta, che ne inquadra e attualizza i contenuti. |
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