Non sono eventi ma dati
interferenze che tessono
un tappeto di dettagli marginali
al di sotto della microstoria:
sbadigli distrazioni impulsi
o beni
voluttuari:
come le parole
dette giornalmente in modo compulsivo:
tu inciampi su reperti pentole cucchiai
conservati in pessimo stato
e da qui io ti scrivo.
§
(dalla postfazione di Andrea Inglese)
"Questo libro di Luciano Mazziotta, il suo secondo libro di poesia, è
un libro che vale la pena di leggere. A me, innanzitutto, ha procurato
godimento. È un libro generoso, ma non perché propenda per slanci
acerbi e grandiosi. È generoso per il connubio di forze che mette in
gioco: intelligenza ed esperienza innanzitutto, ma anche autoironia, scetticismo
e capacità critica. Inoltre appare evidente che Mazziotta abbia
maturato dal primo al secondo libro non tanto la cosiddetta “propria
voce”, ma semmai una strumentazione capace di essere all’altezza della
sua esperienza, del suo orizzonte storico. La spia di questa maturazione
è fornita per me dalle tre serie di prose intitolate maturità berlinese.
(...) Non è raro oggi leggere libri di poesia che contengono anche testi in
prosa così come non è impossibile leggere persino poeti che scrivono
per lo più in prosa (e in una prosa non “poetica” e non “narrativa”). (...) È chiaro, in ogni caso, che Mazziotta non è interessato a forme di
prosa lirica, o surrealista, o aforistica. La prosa non è inserita nel libro,
seguendo una strategia di assimilazione stilistica con i testi in versi. La
prosa costituisce, per l’autore, davvero un elemento centrifugo, che viaggia verso un basso tasso di figuralità. In ogni caso, la liberazione dal verso non è una scelta opportunistica o superficiale, anche perché Mazziotta lo sa trattare bene il verso, e appare molto efficace, ad esempio,
nell’uso dell’enjambement (nell’andamento sospeso tra ragionamento e descrizione della maggior parte delle poesie, l’articolazione
sintattica a volte rientra altre volte sporge dal verso. Si crea così un
moto zoppicante, fatto di passi rapidi e d’improvvisi rallentamenti). (...) Si tratta di una coscienza sotto assedio, che
coordina e organizza con gran difficoltà i materiali percettivi provenienti
dal mondo esterno. In ogni caso, è una coscienza che non è in grado
né di dare ordine narrativo ai fatti né di trasfigurarli, grazie a qualche
residua risorsa simbolista. Spesso nel modo descrittivo dominante s’insinuano
degli strani ritornelli autistici, delle ossessioni, come nel caso
dell’immagine disturbante delle api nella terza serie, ma esse non sono
portatrici di arricchimento semantico, acuiscono semmai lo smarrimento
generale".
La collana
Level 48. Parole e musica in libreria
Un progetto che viaggia sulla linea di confine tra poesia, narrativa, musica, teatro. Differenti forme d'arte e creatività, opere nate per essere performate. Vai al catalogo per conoscere gli altri titoli e autori della collana >>> |
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