"Fuga, silenzio, casella, sabbia, stallo, argine: sono le parole-rima del prologo, la sestina forma combinatoria e gelida per eccellenza, simbolo di stallo e immobilità, di contraddizione e paralisi che dà il titolo al poemetto. Gli eserciti sono schierati uno davanti allaltro. Siamo nel tempo mentale prima dellazione, nella strategia. Delle sei parole una colora tutte le altre: sabbia. La sabbia del tempo, il mondo polverizzato e ridotto a unità, atomi, numeri, combinazioni. Per parlare del tempo può essere unidea usare come argomento gli scacchi, e come forma metrica la sestina, dove le sei parole-rima si propongono in combinazioni diverse, scalando una sullaltra.
Andando avanti gli scacchi mimano la scrittura. Lombra della mano sulla scacchiera è lombra della penna sulla carta (la penna è ancora ombra sulla carta, / linchiostro sempre un bianconero / susseguirsi di spazi e di parole). Anche negli scacchi cè, come nellopera, un disegno che si svela lentamente, seguendo traiettorie ignote.
Cè qualcuno, dietro, che ordina, qualcuno che tesse." (dalla nota di Claudio Damiani).
b-uno
Levigato il cavallo, liscio dosso
aggobbato, dolcemente piallato
mezzobusto o metallico,
in tal caso forgiato al calore.
Elle-bondo il suo vago spostarsi
per causa imprevedibile,
ferocemente temibile allo scavalco
inarcato sul molle pedone
inaspettato ti fotte.
Oscillante pendolo zoppo
in traiettorie da anguilla,
si scortica goffo nel percorso.
Recita la reclusione del secondino
incarcerando in angoli
lacerrimo nemico incoronato.
Se muore lascia il vuoto
incolmabile del suo passo
traditore, e spesso crepa
sotto i colpi di mani perfide
del più debole nemico, uno
degli otto nani.
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