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il libro / narrativa |
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Un giorno cercai in rete quella vecchia intervista a Eco, come se avesse potuto aiutarmi, e la trovai. Mi ricordavo vagamente una frase, volevo rileggerla. La società richiede che il giovane laureato s'inventi un mestiere, e se quel giovane è in grado di inventarselo, è perché qualcuno gli ha insegnato e trasmesso una forma di pensiero flessibile. Flessibile: quella parola mi suonò odiosa, crudele, intollerabile. Ho preso i due sensi della parola e li ho sfregati con violenza fino alla detonazione, che ha investito tutti, compresi quelli che mi hanno insegnato a essere flessibile, in un modo o nell’altro.
A Bologna c’è un nuovo supereroe. Matteo, prossimo alla laurea, scopre di potersi trasformare in Dreadlock, potente rasta capace d'evocare gli elementi naturali: salta fin quasi a volare col sostegno
del vento, erige muri d’aria, manipola il fuoco e la terra. Ma cosa può davvero Dreadlock fra conflitti etnici ed economici, terrorismo senza ritorno e svilimento postremo della dignità umana? Jacopo Nacci racconta un universo ferito da media e Potere con una narrazione spiazzante che deve molto al fumetto e ha la forza di una parabola. Perché interroga il bene come il male, passando per l’egoismo,
il fallimento, la collera, la carne e lo spirito, che bruciano assieme
in un mondo al collasso. |
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l'autore |
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Jacopo Nacci
(1975)
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Vive
a Pesaro. Ha pubblicato
un romanzo e qualche racconto. È redattore del blog Yattaran.
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